Una veduta di Riva del Garda

Sapevate che le famose anguille di Comacchio arrivano al Po e quindi al mare dal lago di Garda, dove la loro pesca peraltro è vietata, attraverso il corso del Mincio? Questa e altre curiosità si possono scoprire al Festival del Pesce, che si organizza a Torbole ogni anno in primavera.

Un’occasione per incontrare un territorio che attorno alla pesca, all’allevamento ittico e alla valorizzazione sostenibile delle risorse naturali ha costruito un mondo di saperi e di tradizioni. Ma anche e soprattutto per approfondire la conoscenza di tipi di pesce meno noti rispetto a quelli marini, eppure ugualmente validi e pregiati.

La trota salmonata, per esempio, non nasce da un improbabile connubio con un salmone, ma è semplicemente una trota iridea da allevamento a cui viene somministrata un’alimentazione a base di carotene in grado di colorare la carne fino a farla diventare di un bel rosa arancione. Il “responsabile” del suo caratteristico colore è un piccolo crostaceo o anche l’Haematococcus pluvialis, un’alga verde. Per il resto ha le identiche e ottime caratteristiche delle sue simili più pallide e si presta a un’infinità di gustose ricette.

Vele a Torbole

Le sarde, protagoniste della più famosa tra le ricette veneziane, le sarde in saor, hanno delle omologhe lacustri. Il nome scientifico è Alosa fallax lacustris, o agone, ma è detta sardina per la sua forma, simile a quella del noto pesce d’acqua salata, e, esattamente come la varietà marina, su lago si prepara in saor o alla griglia o anche sotto sale con olio e prezzemolo per condire i bigoi, altra reminiscenza veneziana.

Trote, alborelle, barbi, coregoni, pesci persico, salmerini, lucci e il famoso carpione, già cantato da Catullo e che ha dato il nome alla caratteristica marinatura, abbinati agli altri prodotti del territorio, come l’olio, gli agrumi e il vino, sono le materie prime. Insieme alla creatività, nei giorni del festival, ci sono degli interessanti show cooking di noti chef che operano nell’area trentina del Garda, come Ivo Miorelli, Isidoro Consolini, Marcello Franceschi e Fiorenzo Perremuto.

Carla Reschia

Carla Reschia

Viaggia il più possibile, per lavoro e per passione. Fotografa e scrive, anche qualche libro: Quando l’orrore è donna: torturatrici o kamikaze, vittime o nuove emancipate, con Stefanella Campana (Editori riuniti, 2005), In viaggio con la cucina ebraica (Algra editore, 2016), gli ebook Le vie della seta (Elison publishing, 2016), un diario di viaggio in Asia Centrale, e la raccolta di racconti La moglie dell’ebreo errante (Tiqqun, 2017). Ha lavorato per Specchio della Stampa e collaborato ad Airone, Qui Touring e altri…Sulla Stampa scrive di ambiente e di viaggi e traduce dall’inglese e dal francese, collabora con reportage di viaggio alla rivista online Erodoto 108.
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