
Il mondo Fabio Braibanti l’ha fotografato quasi tutto, dalle Americhe ai Caraibi, dall’Oceano indiano all’Africa, dall’Australia alle isole del Pacifico. Viaggiando da “vagabondo incallito”, come dice di sé. Ma una mostra non l’aveva mai realizzata. C’è voluto un luogo particolare e una spinta dall’esterno per vincere la sua riservatezza. E così è nata Attimi, dal 6 marzo al 6 maggio a Casa Mazzanti Caffè in piazza delle Erbe. A Verona, dove vive da quando ha lasciato Milano.

Perché Attimi e perché in quella location?
Casa Mazzanti è uno storico caffè letterario, in cui vado quasi tutti i giorni. Lì ho conosciuto la curatrice Laura Cicci De Biase. L’idea di una mostra con reportage di viaggio mi sembrava molto scontata e così ho pensato a dei close up, su dei particolari, appunto degli Attimi.

Ma erano foto che avevi già? Con quale criterio le hai scelte?
Sì, sono immagini che avevo, io ho sempre curato i close up e li ho sempre scattati nei miei viaggi. Anche se non sono mai stati pubblicati sulle riviste con cui ho collaborato. Ma penso che siano molto importanti, trovo che possano fare il gioco del reportage, perché attirano l’attenzione. Il criterio per la scelta delle foto è stato estetico. Può essere quel flash d’ argento dietro il granito dell’Argentiera, una cava d’argento in Sardegna, o i disegni che il mare lascia sulla riva a Fraser Island in Australia, la più grande isola di sabbia del mondo o le mani piene di frutti di vaniglia alle Seychelles, o ancora le strane palline lasciate dal granchio vicino al suo abitacolo, sempre in Australia.
Delle 25 foto esposte, qual è il tuo attimo preferito?
Un piccolo pezzo di un ghiacciaio della Patagonia.

Qualche progetto?
Sì una seconda mostra, sempre di attimi, ma questa volta con close up sulle architetture. Ovviamente con immagini prese dal mio archivio.