
Nel nulla del deserto di sabbia, alle soglie del grande Deserto Libico, a pochi chilometri da Siwa, abbandonato all’estinzione, il villaggio di Zeitun è un complesso di edifici stretti l’uno accanto all’altro. Sono case-rifugio, edifici di culto e di sopravvivenza, con la macina in blocchi di pietra per stritolare e macinare, ruotando, i cereali, poi il forno e la sala aperta agli elementi, per essiccare i datteri e le olive.
Costruito nel diciannovesimo secolo da una tribù di Senussi, accanto a un villaggio preesistente che ospitava un piccolo tempio romano, di cui restano alcuni brani di muri del recinto smangiati dal tempo, è interamente in karshef. Il karshef è un materiale composto da blocchi del sale fossilizzato raccolto nei laghi salati nei dintorni di Siwa, mescolato con fango e acqua. È sempre stato usato localmente per costruire edifici bassi con pareti spesse e fondamenta poco profonde. Per l’azione del vento, le pareti così elevate producono polvere e questa è la ragione principale per cui la tecnica tradizionale nell’oasi di Siwa si va perdendo, in favore di cemento e acciaio.

Nel villaggio di Zeitun, i tetti erano in travi di legno e palma, di cui resistono atterrati lunghi e grossi tronchi. Costruttori e ultimi abitanti del villaggio furono i Senussi, una tribù appartenente alla confraternita islamica fondata da Muhammad Ali Al-Sanussi (i Senussi sono passati alla storia per la loro campagna militare che ebbe luogo nell’Africa settentrionale, dal novembre 1915 al febbraio 1917, durante la prima guerra mondiale, che li vide organizzare combattenti di varie tribù stanziate in Cirenaica e Tripolitania , sostenuti dall’Impero Ottomano e dall’Impero tedesco contro l’impero britannico e l’Italia).

Così come avevano deciso nell’Ottocento di stabilirsi a Zeitun, i Senussi se ne andarono, in tempi recenti, abbandonando il villaggio al suo destino. Tutte le città morte e i numerosi villaggi, altrettanto morti nel mondo, hanno avuto vita intensa, a volte magnifica, in attesa di qualcosa, una catastrofe naturale, una distruzione aliena di un nemico impietoso, un drastico cambiamento climatico, un male oscuro, l’invidia divina per un’empietà commessa…
Oggi nel villaggio di Zeitun, ci sono solo affascinanti rovine, un indecifrabile labirinto di sonoro silenzio, che i Senussi immaginarono, compatto e forte, a loro abitazione e difesa, dove ora i muri sembrano lamentarsi, mentre si crepano, le frane sono in attesa, i crolli silenziosi e lenti, e altri che pensiamo clamorosi si susseguono irreparabili.