Francesca Piana

Francesca Piana è nella nostra associazione fin dalle sue origini, risalenti a 20 anni fa, ed è stata anche nel direttivo come vicepresidente. Collabora con alcune importanti testate nazionali e ha scritto libri e guide e recentemente ha messo on line il suo blog: blogfrancescapiana.it.

Francesca, perché hai scelto di fare la giornalista di viaggio?

Il giornalismo è stato per me la naturale evoluzione di un percorso. Viaggio fin da quando ero giovanissima in modo indipendente e, grazie a un’organizzazione giovanile dell’Unesco della quale facevo parte, ho potuto conoscere molte culture dall’interno. Dopo la laurea ho vissuto all’estero, prevalentemente in Messico, e con questo bagaglio (oltre alle lingue che parlo) sono stata assunta nella redazione libraria del Touring Club Italiano. Approfondendo la conoscenza di specifici luoghi grazie ai libri fotografici che ho curato e alle guide che ho scritto, sono arrivata al giornalismo di viaggio, che riunisce quanto amo di più: viaggiare, parlare con le persone e scrivere.

Come fai il tuo lavoro, da che cosa parti per costruire un articolo?

Parto dalla destinazione che mi deve incuriosire, portandomi poi a intrigare il mio committente anche con spunti di attualità, e mi documento il più possibile prima di partire cominciando a intuire un possibile taglio da dare al reportage, che poi verifico sul posto. In loco osservo, ascolto e vivo il luogo in modo totalizzante, con la massima apertura e concentrazione, completamente assorbita dal momento presente. Se possibile, intervisto persone del posto, uomini di cultura, esperti e gente comune per nutrire il reportage. Durante il sopralluogo solitamente scrivo (solo) l’attacco del pezzo.

Che cosa proponi ai tuoi lettori?

Quello che più conta per me è fornire chiavi di lettura e approfondimenti per entrare nella cultura del luogo. A questo aggiungo informazioni pratiche e dritte per costruire il viaggio in modo indipendente e vivere al meglio i luoghi, privilegiando le mete fuori dalle rotte più battute, fuori stagione. Mi sono formata nella redazione libraria del Touring Club Italiano negli anni felici in cui avevamo a disposizione un anno per realizzare un libro illustrato. Ho avuto la fortuna di lavorare con alcuni grandi fotografi italiani dai quali ho imparato a guardare anche quello che prima non vedevo. Prima del viaggio contattavo gli autori dei testi introduttivi del volume, gli enti turistici per concordare i sopralluoghi in base alle specificità di ogni luogo e telefonavo per verificare l’esposizione dei luoghi d’arte alla luce del sole per pianificare le visite per il fotografo. Quindi viaggiavamo a più riprese per alcune settimane assorbendo di tutto. Al rientro il fotografo mi consegnava le foto scelte, quindi con la grafica le valutavamo e lavoravamo all’impaginato in modo del tutto artigianale disponendo le cianografiche per terra nei lunghi corridoi della casa editrice in modo da cogliere visivamente la sequenza delle pagine e correggere man mano il tiro. Non posso dimenticare la magnifica esperienza di fare libri in quel modo. Anche se il lavoro è cambiato moltissimo, e ora scrivo più articoli che libri, è sempre emozionante partire, capire e scrivere del mondo, anche di quello vicino a casa.

A cura di Maddalena Stendardi

Redazione Neos

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