pierluigi orler

Pierluigi Orler, socio Neos, trasmette poesie nelle sue immagini: le si leggono, per esempio, negli scatti della fioritura nei campi di Castelluccio, in mostra a Bologna la scorsa estate, come nelle foto della neve dolomitica, esposte al Museo di Arte Moderna a Rovereto e pubblicate nel suo libro SnowArt.

Pierluigi, perché hai scelto di fare il fotografo?

Tutto è iniziato da mio padre, è stato lui a insegnarmi l’arte di osservare anche ciò che è invisibile agli occhi. Trasformare poi la passione in lavoro è stata una mia volontà, ho semplicemente assecondato i miei sogni.

Come fai il tuo lavoro?

Trasformo tutto in immagine. Agli esordi ho avuto la fortuna di collaborare con il mondo dell’editoria, ho viaggiato e fotografato su commissione ma, una volta raggiunta la maturità artistica, ho preferito camminare da solo e ora scatto, in qualsiasi momento e luogo andando a proporre i miei progetti di reportage e non solo. 

Che cosa proponi con le tue fotografie?

 Negli anni ho consolidato solide collaborazioni con importanti realtà e in modo eclettico, interpreto a modo mio tutto quello che incontro, dal turismo allo sport, dal food all’architettura, fino ad arrivare all’immacolata neve che, attraverso la mia “Snowart” si anima di forme sinuose e suadenti giochi di luce. “Snowart” è sicuramente l’espressione artistica che più mi identifica, le immagini sono uniche e raccolte in una collezione disponibile al seguente link publish03.com

Grazie Pierluigi! E per saperne di più: orlerimages.com

Redazione Neos

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