
Molto singolare la mostra, proposta dal Mao, Museo di Arte Orientale di Torino, dedicata alle guerriere del Giappone e organizzata dall’Associazione Yoshin Ryu, che cura anche il catalogo bilingue (inglese-italiano). Apre il sipario su una storia che accomuna le donne di tutte le civiltà: quelle che hanno impugnato tutte le armi possibili, comprese quelle delle arti, per difendere la famiglia, i beni, se stesse e anche gli interessi politici e territoriali. Non per niente il titolo della rassegna è Guerriere del Sol Levante.
Le divine al potere diventano demoni
Come scrive la nipponista Rossella Marangoni, dell’Associazione Italiana di Studi Giapponesi e vicepresidente di AsiaTeatro: «Dalle descrizioni delle divinità e dei personaggi femminili nei miti e dal numero di sovrane governanti tra il VI e l’VIII secolo, si può presumere che lo status delle donne nel Giappone antico fosse analogo a quello degli uomini. Sei imperatrici salirono al trono nell’arco di due secoli, governando in totale 113 anni. Le conquiste realizzate durante i loro regni, non solo militari ma anche politiche e culturali, sono state spesso attribuite a reggenti maschi perché, con la penetrazione degli insegnamenti buddhisti e l’assimilazione delle istituzioni politiche cinesi e delle idee che le accompagnavano, si andò imponendo una mentalità sempre più incline alla demonizzazione della femminilità.»
Onna-bugeisha

Collezione privata
In alcune epoche storiche le rampolle delle famiglie nobili venivano regolarmente addestrate a diventare onna-bugeisha (guerriera) per difendere le case, ma anche per scendere in battaglia e, se necessario, darsi la morte. In mostra vediamo quindi, oltre alle armi e corazze, utensili e oggetti storici e artistici provenienti dalle collezioni del Mao, di Palazzo Madama di Torino e private.
Tra lame e corazze, dunque, oggetti che normalmente vengono associati alle arti delle geishe, le colte dame da intrattenimento dal volto impastato di polvere di riso: le ceramiche della cerimonia del tè, le magnifiche sete dei kimono, i pennelli e i calamai, i dipinti su rotolo verticale, le stampe, le maschere del teatro Nō e strumenti musicali.
Eroine dei manga
A questi si aggiungono video, riproduzioni n 3D e una vasta collezione di oggetti legati al mondo dei manga e del cinema dove le eroine come Wonder Woman, Lady Oscar, Sailor Moon e la Principessa Leia di Star Wars hanno raccolto l’eredità delle guerriere.
Il percorso espositivo si conclude con 40 ritratti eseguiti da giovani artiste e artisti in omaggio ad altrettante donne di tutto il mondo che hanno combattuto le loro battaglie in varie epoche.
Conferenze e film

Firmato Myōchin Munichika, Myōchin Munehisa e Myōchin Muneo su commissione di Kido Takahiro – Museo Stibbert – Firenze
A corollario della mostra, sulla figura della donna guerriera nel mondo, vengono proposti i film di una rassegna dedicata al Cinema Centrale di Torino e un ciclo di conferenze al MAO di Leiji Matsumoto regista di Captain Harlock e Galaxy 999; Roberta Vergagni, direttrice artistica della mostra, (Donne combattenti attraverso secoli d’arte giapponese); Fabrizio Modina, collezionista e storico di Mitologia Moderna (Le donne guerriere della Pop Culture)
E ancora, Rossella Marangoni (Fino all’estremo respiro: le donne guerriere del Giappone); Cinzia Toscano, PhD Alma Mater Studiorum – Arti dello spettacolo Università di Bologna (Tra femminilità e disobbedienza. La prima generazione di attrici nel Giappone moderno”) e Christian Russo, Maestro di Jūtaijutsu Yoshin Ryu (Le guerriere nell’ombra).
MAO Museo d’Arte Orientale maotorino.it
via San Domenico 11, Torino
Visite guidate: tutte le domeniche, ore 16.30
Prenotazione consigliata. Per informazioni su costi e prenotazione:
tel. 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com
Anche la Pinacoteca Agnelli, via Nizza 230, Torino, promuove con una mostra sulla cultura giapponese: Hokusai, Hiroshige, Hasui – Viaggio nel Giappone che cambia. Visitando le due mostre si ha diritto a un ingresso ridotto.