Apre al pubblico la miniera di magnetite di Cogne, tra le più alte d’Europa, con oltre 100 km di gallerie e impianti originali tutti da scoprire, offrendo una vista straordinaria dal Monte Bianco al Gran Paradiso: 1 km di galleria di carreggio percorsa a bordo del trenino dei minatori, che lavorarono qui fino al 1979, e ci si ritrova nel cuore della miniera. Si arriva alla base della discenderia principale, si prosegue fino al livello dei frantoi interni, si visitano sale con macchinari originali e si prosegue per un tratto di galleria sino alla base di un pozzo di scarico. L’atmosfera è quasi intatta: i vecchi edifici, il panorama, gli utensili, le sale così come le hanno lasciate i minatori e lo sferragliare del treno che porterà i visitatori lungo la galleria di carreggio, riportano indietro nel tempo.
Le prime informazioni storiche riguardo lo sfruttamento dei giacimenti di magnetite di Cogne risalgono al 1432 e riguardano un antico atto di vendita in cui si fa riferimento esplicito al ferro estratto da Liconi e in cui viene specificata la proprietà vescovile delle miniere e delle officine di Cogne.
La comparsa nel tempo d’imprenditori forestieri nello sfruttamento della miniera non piacque alla popolazione di Cogne che iniziò a rivendicarne i diritti. Gli attriti tra la proprietà vescovile e i “cognein” si conclusero nel 1679, quando il vescovo Antoine Philibert Bailly vendette le miniere al Comune di Cogne per 300 pistole d’oro spagnole.
Seguirono secoli nei quali si alternavano momenti floridi e momenti di poca estrazione. Il Dottor Emmanuel César Grappein nei primi anni del 1800 prese la direzione della miniera e instaurò una gestione di tipo “comunitario”, in cui l’estrazione, il trasporto e la vendita del minerale erano gestiti da tutta la comunità di Cogne. Nel 1910 la gestione belga iniziò i lavori di costruzione del villaggio minatori di Colonna (2.425 m. slm, la più alta miniera di ferro d’Europa) che, una volta costruito, ospitava circa 400 operai ed era per l’epoca una struttura all’avanguardia con chiesa, campo da bocce, cinema e addirittura uno dei primi apparecchi di radiografia nell’infermeria. Nel 1927 il governo fascista nazionalizzò tutte le miniere e fondò la “Società Anonima Nazionale Cogne”. L’estrazione proseguì a pieno regime, sotto varie società, fino al 1968. Il lavoro in miniera richiamò giovani da tutta Italia, molti dei quali si integrarono bene nella nuova realtà e decisero di rimanere in valle anche dopo la chiusura della miniera.
Info e prenotazioni visite:
Consorzio Operatori Turistici Valle di Cogne
tel. +39 0165 74835 – info@cogneturismo.it
(in Piazza a Cogne di fronte al Municipio)
Cooperativa Mines de Cogne
tel. +39 0165 749665 – info@minesdecogne.com
A cura di Maddalena Stendardi