
L’urlo delle sirene. Il boato delle esplosioni. Il terrore negli occhi dei bambini ucraini. Tutto vissuto in prima persona quando nel dicembre del 1944 passavo le notti nel rifugio dello stabile di Torino, dove scappavamo ogni notte in preda al panico. Mentre mia madre tentava di rassicurare me e mia sorella con le carezze, nel cielo sopra Torino gli aerei tedeschi e quelli degli alleatati facevano a gara a chi lanciava più bombe per vincere la loro guerra. Che noi non avevamo voluta. Come in Ucraina non hanno voluto la guerra assassina scatenata da Putin che ora sconvolge il Paese, seminando morti e distruzioni. Anche le opere d’arte, i palazzi, le chiese, i musei e la natura sono in pericolo in gran parte distrutti e scempiati dalle bombe e dai razzi.
Non rivedrò più le bellezze architettoniche e naturali che mi avevano affascinato quando nel 1992 ho visitato il paese per scrivere il capitolo dedicato all’Ucraina della Guida ai monasteri d’Europa (Piemme). Indimenticabili per la grandiosità e il misticismo i luoghi dello spirito di Kyiv(Kiev): la Lavra della Dormizione delle Grotte-Kievo Pecerskij, complesso ortodosso sul colle fuori dall’anello delle fortificazioni della città, e il Monastero dell’Ascensione e di San Floro, circondato da cespugli di rose e sormontato da una selva di cupole a cipolla e a bulbo, di pinnacoli e tetti spioventi policromi.

Chissà se è scampata alla distruzione la Lavra della Dormizione, nei pressi di Pocaev, vicino al confine polacco. La tradizione vuole che alcuni discepoli di San Metodio si siano insediati su queste montagne dove giunsero nel 1240 i monaci scampati alla distruzione di Kyiv da parte del khan tartaro Batyj. La storia si ripete con i suoi eccidi e le sue guerre che hanno insanguinato per secoli questo paese conteso dagli Zar di San Pietroburgo e dai sovietici di Mosca. E ora da Putin.
Mi auguro che il dittatore di Mosca non costringa le sue truppe a distruggere la vicina Leopoli, gioiello settecentesco, con palazzi mix di stili dell’Europa centrale e orientale, italiani e tedeschi, protetti dall’Unesco, e Odessa, perla del Mar Nero, famosa per i palazzi ottocenteschi. Ma anche per la monumentale scalinata Potemkin, immortalata nel film La corazzata Potemkin, che scende fino al faro Vorontsov, sulla costa. Mentre sul lungomare si snoda l’imponente Primorsky Boulevard, passeggiata circondata da palazzi e monumenti.

A noi rimane solo l’impegno a dare il nostro aiuto agli ucraini in fuga dal loro paese, a sostenerne la resistenza, a richiedere in ogni sede possibile il ripristino della pace e della libertà. Senza inutili e pretestuosi distinguo. La guerra non è mai giusta né giustificabile.
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