Eugenia Selisceva, russa di origine, attratta dall’accogliente animo pugliese, nel 2007 si è trasferita da Mosca a Bari, dove lavora come interprete e guida turistica. Appassionata di storia e arte medievale, è autrice di due libri dedicati a Bari e alla Puglia. Intervistata da Evelina Giordano, racconta la sua recente esperienza lungo il Cammino Materano.
Come nasce il Cammino Materano?
Annoverato tra i Cammini del sud d’Italia dal Ministero dei Beni Culturali, non è un cammino religioso, ma un percorso di mobilità lenta. Nasce nel 2019 dall’idea dell’Associazione In Itinere , come modello di turismo destagionalizzato, all’insegna della sostenibilità per approfondire la conoscenza soprattutto delle aree interne meno frequentate dal turismo tradizionale. E’ un percorso che allontana dalla frenesia quotidiana e fa entrare in sintonia con natura, storia, cultura, tradizioni.
Quali sono i motivi che ti hanno portata a intraprendere il cammino?
Le motivazioni sono diverse. Ho sempre apprezzato i cammini e la capacità di sfinirti e spegnere i pensieri che affollano la mente, regalando una percezione nuova della vita. Sentivo la necessità, anche per un problema fisico per fortuna superato, di ritrovare la giusta connessione e l’equilibrio fra mente, fisico e spiritualità. Credo che anche chi sembra intraprendere il cammino solo con finalità turistiche, abbia in realtà esigenze più intime e profonde.
Come si sviluppa il Cammino?
Prevede sei percorsi, ma al momento ne sono percorribili solo due, la via Peuceta da Bari, e la via Ellenica da Brindisi. Io ho scelto la via Peuceta che dalla Basilica di San Nicola di Bari raggiunge Matera, lungo un tragitto di 170 km e sette tappe: Bitetto, Cassano, Santeramo, Altamura, Gravina, Picciano, Matera. Sono percorsi tracciati, con una certificazione e organizzazione logistica. Per non perdersi basta seguire la segnaletica in giallo e verde che indica la strada. Nella Guida del Cammino sono indicati i riferimenti di volontari, che ti raggiungono in caso di difficoltà e si adoperano per l’accoglienza dei viandanti in ostelli convenzionati o casa private.
Vogliamo parlare delle bellezze del cammino?
Gli scenari che s’incontrano sono meravigliosi e i più disparati. Il territorio pugliese ha un grande valore storico, culturale e paesaggistico molto vario: dalla pianura alle zone carsiche, lame e gravine dell’altopiano della Murgia, antiche masserie, chiese rupestri, animali da pastorizia e poi la vegetazione, gli ulivi, le querce, i ciliegi. E’ difficile non restarne incantati e non emozionarsi. Anzi si è rapiti a tal punto da non avvertire la stanchezza. Non va tralasciato l’aspetto umano e la sensibilità di chi s’ incontra sul cammino.
Quindi la consigli come esperienza?
Assolutamente sì, perché si torna diversi e con una carica di energia che cambia la visuale della tua esistenza e delle cose della vita, anche nelle relazioni. Consiglio scarpe comode e adatte ai vari scenari. I piedi vanno preservati, sono l’unico motore e se le scarpe non sono idonee c’è tanto dolore da sopportare. Non serve essere degli atleti, ma il cammino comporta anche imprevisti e momenti di sconforto. Chi decide di farlo deve ascoltare se stesso e il proprio passo. “Se hai bisogno di fermarti, o ti piace un posto, fermati, se te la senti ancora di camminare continua a farlo”.