Le statue dei faraoni neri erano state spezzate e nascoste. Il loro ritrovamento, nel 2003, a Doukki Gel (Kerma), ha dato nuovi stimoli per la ricerca nella storia della Nubia (Nord Sudan) ancora avvolta da mistero. Furono distrutte dagli invasori egizi? Oppure furono scomposte e nascoste per salvarle da nemici e ladri? Il museo di Karma, che conserva le statue restaurate, è una delle tappe del viaggio nel deserto dedicato alle capitali dell’impero nubiano (2600 a.C. al 350 d.C.) : Kerma, Napata e Meroe.

Città regali create per celebrare i fasti dell’impero kushita erano collegate con vie di comunicazione militari, commerciali e culturali fra Africa, Asia ed Europa, libere dal giogo degli egizi. Residenze, piramidi, templi, talvolta mirabilmente decorati, emergono, silenti dal deserto, nei siti archeologici affidati a missioni internazionali dopo il passaggio di vandali e predatori.

La Missione Archeologica Italiana lavora a Napata, a 400 km da Khartoum, nel sito di Jebel Barkal, la Montagna Pura, seducente per i suoi significati esoterici. A Kerma si visitano i resti dell’opulento regno che riuscì a estendere i confini fino al Mediterraneo. Infine Meroe, che ha interagito con egizi, romani e greci. Qui si ammirano raffigurazioni delle regine guerriere dai tratti somatici tipicamente africani.

Nel frattempo si sono spalancate le porte al turismo. Per ora ai viaggiatori che amano il deserto, dotati di spirito di adattamento e capaci di apprezzare il piacere di attraversare la natura e la cultura di un paese ancora immune dal turismo d’assalto. Shiruq, l’agenzia con cui ho viaggiato, operativa in Sudan da circa vent’anni, predispone itinerari nel deserto con estensioni sul Mar Rosso a Port Sudan.

I trasferimenti sono lunghi, ma agevolati da soste piacevoli. Si fa pic-nic talvolta sotto le acacie della savana o in piccole locande e si pernotta nelle accoglienti strutture in stile nubiano o in confortevoli campi tendati. Per approfondimenti e consigli di lettura: Viaggio nell’impero dei faraoni nubiani

Irene Cabiati

Irene Cabiati

Giornalista professionista a La Stampa per 35 anni, ha scritto: «Mongolia in viaggio», reportage e fotografie sulla rivoluzione contemporanea del popolo mongolo (Alpine Studio); «Il giro del mondo in ottanta ricette, in viaggio con Jules Verne» (il Leone Verde edizioni), rilettura gastronomica dei capolavori verniani; «il Canale Cavour», catalogo fotografico (Museo Regionale di Scienze Naturali) della mostra realizzata in occasione del 150° di inaugurazione del Canale. Collabora con La Stampa. Lingue conosciute: inglese, francese e spagnolo. Aree di interesse: viaggi, arte, volontariato (tutela dei minori).
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