
Non proibita ma di difficile accesso, l’isola della Gorgona di fronte a Livorno, è tornata visitabile da quando il direttore del Penitenziario, che occupa la totalità del territorio, ha allentato le misure restrittive per le visite turistiche.
Per accedere all’imbarco sulla navetta, che ogni giorno collega il Porto di Livorno all’isola, occorre prenotarsi in anticipo in una delle agenzie che si occupano del Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
L’occasione che ci ha portato a una giornata di esplorazione naturalistica della Gorgona, più vicina alla Corsica che alla costa livornese, è stata la presentazione di un libro scritto dai carcerati guidati da un’ insegnante di italiano assegnata alla scuola del Penitenziario. Prita Grassi ha raccolto i racconti di un gruppo di detenuti sulla loro esperienza della terapia basata sul contatto con gli animali della Fattoria Agricola statale dove lavorano.

Il progetto, nato una decina di anni fa per merito dell’allora veterinario Marco Verdone, si basa sul rispetto degli animali, la non violenza, il divieto di macellazione all’interno di una struttura etica dedicata alla redenzione, al reinserimento e alla sostenibilità. Con l’aiuto della Lega Anti Vivisezione, della Direzione Penitenziaria e del coinvolgimento di alcuni volontari, la Fattoria ospita cavalli, mucche, ovini, suini, galline, asinelli che vivono accuditi amorevolmente dai detenuti.

La visita dell’isola, attraverso i sentieri tra una folta e intatta foresta di profumatissimi pini d’Aleppo, offre squarci di magnifici panorami sul golfo che va dalle Alpi Apuane a Nord all’isola d’Elba a Sud e alla vicina Corsica a Est. Alle bellezze ambientali si aggiungono le preesistenze di una villa romana, della grande torre medicea, del castello pisano e del variopinto nucleo originale dell’antico villaggio di pescatori. Una giornata speciale, senza cellulari e apparecchi fotografici riconsegnati sulla nave che riporta in continente.