
Uno dei film più acclamati del grande regista polacco Andrzej Wajda è quasi sconosciuto da noi, come la città dove è ambientato. Siamo a Łódź, una città industriale, la terza per grandezza della Polonia, vera e propria “terra promessa” nel XIX secolo, durante la Rivoluzione Industriale. Il film di Wajda Ziemia obiecana, tratto dall’omonimo romanzo Terra promessa del premio Nobel Władysław Reymont, racconta la vertiginosa crescita di questa città sorta al centro della Polonia con le sue grandi fabbriche in mattoni e la gente che ci vive e lavora.

Wajda aveva studiato a Łódź nella scuola di cinematografia dove si sono formati Kieślowski, Polański e tanti altri e conosceva bene la storia e l’architettura della città. A Łódź è nato uno dei più grandi pianisti del secolo: Arthur Rubinstein.

Nel 2008 ero arrivato a Łódź per fotografare alcuni stabilimenti di un grande gruppo industriale italiano e non sapevo praticamente nulla del background culturale, della storia, della sua particolare architettura. Del resto in città non ci sono turisti, negozi di souvenir, avventurieri e prostitute negli hotel. È una città di lavoro, praticamente sconosciuta.

Negli ultimi anni, con l’ingresso della Polonia nella Comunità Europea, Łódź è tornata ad essere, per la seconda volta in due secoli, “terra promessa” per l’edilizia e per la grande industria moderna. E così le vecchie fabbriche in mattoni sono state in parte riconvertite in uffici, loft, centri commerciali, hotel di design, gallerie d’arte. Nuovi edifici e moderni stabilimenti sorgono accanto ai boulevard mitteleuropei, ai blocks del socialismo, ai palazzi liberty del centro, alle grandi fabbriche dell’ottocento.
La storia di Łódź

Nei primi anni del XIX secolo Łódź era piccolo villaggio di circa 200 abitanti, sperduto in una zona paludosa e dimenticata dell’impero russo.
Ben presto, per volere dello zar, Łódź cominciò a trasformarsi in un centro industriale. Furono costruite le prime fabbriche tessili, arrivarono immigrati da Sassonia, Boemia, Slesia e successivamente da Inghilterra, Irlanda, Portogallo e Francia formando un’imponente forza lavoro.
L’abolizione delle dogane interne, la crescita e gli investimenti attirarono in città imprenditori, uomini d’affari, professionisti, commercianti, artigiani, operai da tutta Europa e così Łódź si trasformò in una moderna città industriale.

Principalmente tre gruppi dominarono la popolazione della città e contribuirono maggiormente al suo sviluppo: tedeschi, polacchi ed ebrei, che iniziarono ad arrivare intorno alla metà dell’800.
Il tessile la fece grande
Durante la guerra di secessione americana, in conseguenza all’aumento del prezzo del cotone, Łódź e le sue industrie tessili conobbero un momento di grande prosperità e di sviluppo. La lungimiranza di alcuni uomini d’affari ha lasciato il segno nella storia della città.

Tra loro spiccano le figure di Karl Scheibler e Izrael Poznański. Scheibler, un industriale di origine prussiana trasferitosi in Polonia, divenne presto uno dei più grandi imprenditori del tessile. A lui si deve l’innovativo progetto per la creazione di un distretto industriale pensato e costruito intorno alle fabbriche, con case per gli operai, scuole, negozi, un ospedale e una stazione dei pompieri.

Ancora oggi, nel distretto di Księży Młyn si possono ammirare la grande fabbrica in mattoni, trasformata in residence per appartamenti di pregio, uffici e negozi, le workers houses abitate dalla popolazione locale, la stazione dei pompieri, la villa di famiglia con il parco. Scheibler la fece costruire a poca distanza dagli stabilimenti in modo da poter sentire “il suono delle sue fabbriche” anche quando si trovava a casa. Izrael Poznański era un imprenditore e filantropo di origine ebraica.

Ha lasciato alla città un complesso industriale di circa 70 ettari che oggi ospita Manufaktura: il più importante centro commerciale di Łódź, il secondo per estensione della Polonia, con tre musei, cinema, negozi, ristoranti.

Accanto al monumentale cancello d’ingresso, con l’orologio che scandiva i turni in fabbrica, troviamo il pluripremiato design hotel Vienna House Andel’s, ospitato all’interno del complesso industriale ristrutturato. A poca distanza c’è Palazzo Poznański, grandiosa residenza di famiglia in puro stile neorinascimentale oggi sede del museo della città.
Importante polo logistico

All’opulenza e allo splendore segue inevitabilmente la decadenza. Le cose non sono andate meglio dopo le distruzioni e le stragi della Seconda Guerra Mondiale. Dopo la caduta del Socialismo, Łódź ha vissuto un periodo nebuloso e incerto, durissimo per la popolazione prostrata dalla crisi economica e dall’alto tasso di disoccupazione.

Ma Łódź è stata capace di risollevare la testa recuperando una parte considerevole del proprio patrimonio architettonico-industriale, attirando nuovi investimenti, offrendo spazio alle grandi aziende multinazionali. Con migliori servizi offerti, una nuova viabilità e collegamenti efficienti, Łódź è diventata un importante polo logistico tra la Germania e la Russia, guadagnandosi il ruolo di ponte tra Est e Ovest.

Raggiunto velocemente il 100% dell’occupazione, bisognosa di nuova mano d’opera, la città ha aperto le porte agli immigrati dalla vicina a Ucraina e da altre nazioni europee offrendo lavoro e salari migliori che nei paesi d’origine.
La mostra Łódź Unknown

Dopo la prima mostra fotografica nel 2009, ho continuato a riprendere la città e la sua gente negli anni successivi. Grazie al supporto di amici e colleghi che hanno fortemente creduto nel progetto, di Indesit Company e di Whirlpool Poland che recentemente lo ha sostenuto e fatto suo, ho potuto realizzare una seconda mostra fotografica inauguratasi proprio in questi giorni. Łódź Unknown, questo è il nome dell’esposizione, è diventato un progetto a lungo termine.

Le fotografie sono state presentate nella storica sede della Società Fotografica di Łódź in un’anteprima dedicata alla stampa e successivamente al pubblico. Giornalisti dei media locali e nazionali, addetti ai lavori ed esponenti del mondo della cultura hanno accolto con grande interesse la presentazione del lavoro che raccoglie immagini scattate tra il 2008 e il 2019. Il reportage diventerà una mostra itinerante in altre città della Polonia e un libro fotografico.
Testo e foto: Enzo Signorelli
Per saperne di più: polonia.travel/it