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Tel Aviv: movida serale al Port Said

“Gerusalemme prega, Haifa lavora… e Tel Aviv si diverte”. È lo stesso umorismo ebraico a raccontare, in un celebre motto di spirito, la natura delle tre principali città. Naturalmente, anche ad Haifa ci si diverte, a Tel Aviv si prega e a Gerusalemme si lavora (e non poco!), ma l’essenza è proprio quella. Tel Aviv, nata accanto all’antichissimo borgo di Jaffa all’inizio del Novecento, è una città straordinariamente contemporanea. Lo skyline è di grande effetto. I suoi recentissimi grattacieli si fanno ammirare in quell’alternanza con il Bauhaus degli edifici che l’hanno resa Patrimonio mondiale dell’umanità per l’Unesco. Durante il giorno, Tel Aviv palpita di design, architettura, servizi finanziari, moda e arte contemporanea, ma al tramonto, quando il sole si immerge nel mare e i surfisti ritornano alla spiaggia, la città si accende e   si trasforma. Inizia la movida? Sì, ma in stile perfettamente mediterraneo, ben diverso da quella festa forzata e artificiale di altri posti del mondo. A Tel Aviv si fa festa perché c’è il calore della passione per la vita, per la semplice gioia di stare fino a tardi con gli amici a chiacchierare. Ovviamente ci sono discoteche famose e locali da ballo, ma non si respira tanto trasgressione quanto joie de vivre, un po’ dappertutto.

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Le spiagge di Tel Aviv

Gli stessi israeliani raccontano così la città: “Un’autentica metropoli cosmopolita, dove tradizione e modernità si incontrano, tra l’architettura contemporanea e le vie dei tempi antichi.  Agitata ininterrottamente dal vigore dei mercati delle pulci affacciati lungo le strade, non vi è nulla che possa competere con la sua vita notturna: sulla spiaggia, party e grigliate iniziano mentre il sole sta ancora sfiorando l’orizzonte e, quando è tramontato, ognuno si sta già muovendo verso gli eleganti ristoranti di Jaffa o del centro, i caffè e i club, che rimarranno aperti fino all’alba.”

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Tel Aviv: movida serale

Scegliere dove andare è davvero soltanto questione di gusti: si può passare da HaYarkon Street a Dizengoff Street, con i suoi pub aperti perennemente oppure optare per Rothschild Boulevard. Molto di moda per un pubblico un po’ più giovane anche il quartiere Florentin.  E poi la vecchia ex stazione ferroviaria di Hatachana, che, grazie a un eccellente intervento urbanistico, ospita oggi decine di ristoranti con cucina locale e internazionale. Insomma, non è necessario seguire la cartina. Basta lasciarsi coinvolgere da una tra le poche città al mondo che non dormono mai. Soprattutto il venerdì sera.

 

 

 

 

 

Danilo Poggio

Danilo Poggio

Collabora con fitta frequenza per le pagine sociali, economiche e culturali del quotidiano nazionale Avvenire ed è membro del Comitato scientifico del Master in Comunicazioni sociali della Facoltà teologica dell'Italia Settentrionale, sede di Torino. Nell'ambito dei viaggi, è conduttore di una trasmissione televisiva e collabora con mensili cartacei di enogastronomia a diffusione nazionale, dopo aver vinto alcuni riconoscimenti di giornalismo del settore. E' membro dell'Organizzazione nazionale assaggiatori di vino (Onav) e partecipa alle commissioni di degustazione in occasione di concorsi enologici. In Piemonte è coordinatore a Torino dell'informazione per Grp televisione (storica emittente televisiva piemontese) e per tre settimanali piemontesi.
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