Alta Badia
Armentara e gruppo di Fanes – Ph. Mario Verin

Qui lo conoscono in molti l’ospizio Santa Croce, in ladino Santa Crusc, con i tre giganteschi crocifissi di legno che brillano al tramonto per effetto dell’enrosadira. E’ la magica vernice dorata che spalma i monti di Fanes un attimo prima che scenda il buio e accende una luce rosa sulla imponente bastionata di rocce.

Alta Badia
Ospizio Santa Croce – Ph. Mario Verin

Luogo mistico. Se si alza lo sguardo, impressionante, per la vicinanza delle pareti. Qui nel 1968  Reinhold Messner vinse la sua personale battaglia col sesto grado, superando in libera il cosiddetto passaggio impossibile sul Pilastro di Mezzo. Ma restando con i piedi in terra, grande è l’emozione di camminare sopra la linea del bosco dove ondeggiano i prati dell’Armentara. Si snoda lungo un sentiero bucolico d’altri tempi, tutt’altro che verticale, punteggiato da baite rimaste come erano cento anni fa, costruite con i tronchi di abete che s’incastrano sui quattro angoli.

Alta Badia
Via Crucis Ospizio-La Val – Ph. Mario Verin

Ripercorre un’antica Via Crucis tra infinite varietà di fiori di montagna, quando il prato non è falciato. Tuttora usati dai contadini badioti, questi fienili offrono un paesaggio ancora più magico d’inverno quando  la neve gli si accumula intorno ricoprendoli in parte. L’itinerario è ben segnalato anche quando diviene percorribile con le ciaspole (segnavia 15, poi 15A). In autunno, invece, tutta la bellezza è conquistata dai larici rossi e dal silenzio di una stagione di mezzo.

Alta Badia
La Val – Ph. Mario Verin

Ecco le istruzioni per goderne l’atmosfera. A Badia, non lontano dalla chiesa di San Leonardo, bell’esempio di barocco tirolese, si sale con gli impianti a Santa Croce. Qui, anche se la gita non è ancora cominciata, è d’obbligo fermarsi ai tavoli dell’ospizio per assaggiare, mentre si studia il percorso sulla cartina, il famoso Keiserschmarren, la frittata dolce servita con marmellata di mirtilli rossi.  Si dice che quello di Santa Crusc sia il miglior Keiserschmarren dell’Alta Badia. Ci sarà tempo  sufficiente per digerire. L’itinerario, benché pianeggiante e in lieve discesa, è lunghissimo se lo si percorre interamente fino a la Val (10 km, circa 3 ore). Se non ci si è organizzati prima, lasciando una seconda auto per esempio a Tolpei, dove c’è la deliziosa Pieve di Santa Barbara, bisogna scendere a Pederoa, all’incrocio con la statale, dove si ferma l’autobus che riporta a Badia-Pedraces.  

 

Giulia Castelli Gattinara
Specializzata in reportage di viaggio, archeologia e outdoor, ha cominciato con il Giornale dell'Arte e proseguito, insieme al marito fotografo Mario Verin, con le principali testate geografiche italiane (Airone, Geo, Meridiani, Alp, Ligabue) e i magazine de La Repubblica, La Stampa, Il Manifesto. Ha pubblicato libri sul Sahara, il Medio Oriente, il Perù, la Sardegna. Collaborato con il Touring per le Guide Verdi e il progetto Autostrade "Sei in un Paese meraviglioso...". Dal 2015 è autrice Emons delle guide "111 Luoghi da scoprire", di cui ha scritto Milano, Firenze e Dolomiti.
Giulia Castelli Gattinara

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