Fontane, chiese, castelli, mulini e borghi sono le tracce visibili delle antiche strade che attraversavano la Daunia. Le principali erano la via Traiana e la via sacra Longobardorum. La prima si recava a Brindisi, staccandosi dall’Appia (proveniente da Roma) all’altezza di Benevento; la seconda collegava l’Appia alla Traiana attraverso i monti Dauni. Erano importanti vie di comunicazione, percorse da eserciti conquistatori e da pellegrini che si recavano al porto di Brindisi diretti verso la Terra Santa. A queste si aggiungeva la rete di percorsi della transumanza, chiamati tratturi, che i pastori dell’Appennino abruzzese affrontavano all’inizio dell’inverno per condurre le loro greggi a sud. Meno nobili, ma altrettanto importanti nell’economia del Tavoliere delle Puglie.

Tavolato in provincia di Foggia
Tavolato in provincia di Foggia
Faeto  (Daunia): salumificio Moreno
Faeto (Daunia): salumificio Moreno
Troia  (Daunia): cattedrale
Troia (Daunia): cattedrale

Lungo queste arterie sono cresciuti i borghi di Roseto Valfortore, Faeto, Pietramontecorvino, Lucera e molti altri. L’incrocio più strategico era Troia e questo spiega perché in un luogo che oggi può apparire sperduto ci sia una cattedrale tanto bella. A volerla nel 1093 era stato proprio il Papa delle Crociate, Urbano II, che qui tenne il primo Concilio. Chissà che non sia stato lui a suggerire all’artista della facciata di suddividere il rosone in undici spicchi, come il numero degli Apostoli, escluso Giuda. Riflessioni presto dimenticate , sopraffatte dal gusto sublime di un dolce locale, la passionata, prodotto dalla pasticceria a fianco della chiesa, fra le più rinomate della zona.

Roseto Valfortore  (Daunia)
Roseto Valfortore (Daunia)

Il fervore religioso popolò la Daunia anche di Templari, i cavalieri del tempio di Gerusalemme che hanno lasciato numerose testimonianze soprattutto a Lucera e ad Alberona. Quando alla fine del XIII secolo furono cacciati dal re francese Carlo d’Angiò, i soldati chiamati dal sovrano non rientrarono in Francia, ma s’insediarono sui monti Dauni, costituendo delle comunità linguistiche franco-provenzali che tutt’oggi sopravvivono. Nel piccolo paese di Celle San Vito, arroccato su di un poggio molto panoramico, si leggono ancora i cartelli delle strade scritti nelle due lingue, italiana e franco-provenzale. Ai Normanni e in particolare a Federico II di Svevia si devono invece le più belle roccaforti e la trasformazione dei castelli in eleganti residenze aristocratiche. Sono un esempio Bovino e Lucera.

Mentre Alfonso d’Aragona ha dato un grande sviluppo all’attività pastorale della transumanza, istituendo una dogana per le greggi durata quattro secoli, con tre principali tratturi che dall’Abruzzo attraversavano il Molise raggiungendo il Tavoliere. Il tratturo doveva misurare 111 metri di larghezza e questo dà l’idea dell’ampiezza delle greggi. La tassa fu tolta solo nell’800 sotto il Regno dei Borboni, ma molti pastori abruzzesi hanno proseguito la tradizione della transumanza fino all’immediato dopoguerra. A testimoniarlo sono le tante architetture rurali e i ponti a schiena d’asino del tracciato. Un vero concentrato di culture e di popoli che si sono incontrati, hanno combattuto e si sono mescolati. Dove le pietre antiche, i campanili rivestiti di maioliche gialle e verdi (tipicamente saracene), le strade lastricate e le vecchie masserie di campagna hanno molte storie da raccontare.

 

Giulia Castelli Gattinara
Specializzata in reportage di viaggio, archeologia e outdoor, ha cominciato con il Giornale dell'Arte e proseguito, insieme al marito fotografo Mario Verin, con le principali testate geografiche italiane (Airone, Geo, Meridiani, Alp, Ligabue) e i magazine de La Repubblica, La Stampa, Il Manifesto. Ha pubblicato libri sul Sahara, il Medio Oriente, il Perù, la Sardegna. Collaborato con il Touring per le Guide Verdi e il progetto Autostrade "Sei in un Paese meraviglioso...". Dal 2015 è autrice Emons delle guide "111 Luoghi da scoprire", di cui ha scritto Milano, Firenze e Dolomiti.
Giulia Castelli Gattinara

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